IL PREMIO DI PREPARAZIONE E LE DIFFICOLTA´ DEL MOMENTO...

26-08-2012 18:32 -

IL NOSTRO PUNTO DI VISTA...
Un istituto da rivedere al più presto: il premio di preparazione.
Viene da lontano il " premio di preparazione". Frutto di un tempo e di un calcio che fu. Inadeguato alla situazione attuale: vediamo, a nostro parere, perché.
IL FATTO. Il premio di preparazione è previsto dalle Noif (Norme organizzative interne federali). Quando un calciatore "giovane" acquisisce il cosiddetto vincolo pluriennale ( giovane dilettante o giovane di serie o non professionista) scatta l´obbligo da parte della società che lo tessera per la prima volta di corrispondere un premio alle ultime due società che l´hanno tesserato come "giovane" nel triennio precedente. Il parametro varia con la categoria di appartenenza della società che ne ottiene il vincolo: va da 1 della terza categoria ai 5 dell´ Eccellenza per passare poi a 6 nella serie D e a scatti maggiori per la lega pro e le serie maggiori. Il quantum si ottiene moltiplicando il parametro per l´importo base che si aggira euro più euro meno ai 530 euro ( soggetto a revisione annuale in base ai canoni Istat).
IL MOMENTO. Si dirà che un tal premio va alle società che operano con i giovani, curano i loro vivai e così rientrano delle spese sostenute. Vero. Ma da qualche anno a questa parte, colpa vuoi dello svincolo ai 25 anni post Bosmann, vuoi della crisi economica che ha tolto linfa alle società dilettantistiche, vuoi l´obbligatorietà sempre più stringente di far giocare i giovani nei campionati di Eccellenza e Promozione, andando a pescare addirittura le classi che escono dalla categoria allievi, si sta verificando una situazione allarmante.
L´IMPORTO. Il premio di preparazione dovuto alle società maggiori, lega pro e A e B, spesso non viene corrisposto, almeno per intero, visto il fascino che la chiamata delle categorie superiori esercita su atleti e famiglie che fanno di tutto per veder approdare i propri pargoli al professionismo mettendo spesso alle corde le società più piccole.
Rimangono i resti ed è qui il caos. Con le differenze introdotte a livello allievi ( provinciali, regionali e regionali di èlite) la selezione dei giovani è più spiccata. Gli ex allievi diventano pezzi pregiati per l´interesse portato loro dalle norme che obbligano al loro schieramento nei campionati di Eccellenza e Promozione, oltre alla serie D. Ma tutti hanno un prezzo unico: sic! Il più bravo degli allievi di èlite vale, secondo la norma vigente, quanto la riserva dell´ultima squadra dei "provinciali" vi sembra giusto? L´arma in mano ai maneggioni del calcio è infernale. C´è qualche dirigente che comprende la situazione, altri si attestano sul dovuto e mettono in seria crisi ragazzi e genitori: se vuoi continuare a giocare portami il premio di preparazione, è la frase ricorrente. E non si fanno scrupoli ad avanzare la richiesta anche per quei giocatori che non interessano loro agonisticamente: interessa solo il vil danaro. Questa la situazione.
Si inserisce ora lo svincolo con l´art. 108. Molti genitori quando arrivano a sottoscrivere il tesseramento pluriennale lo richiedono magari accollandosi il premio di preparazione. Infatti le società che tesserano a livello dilettantistico i giovani hanno poco interesse a ottenere la "proprietà" del cartellino dei giocatori e vi spiego il perché. Pagare il premio di preparazione per ad esempio un 1995 per una società di eccellenza porta ad un esborso di oltre 2500,00 euro. I 1995 da inserire in rosa possono giungere anche a quattro, se non si hanno giocatori pronti di tale età in casa. L´anno successivo se ne confermeranno forse due perchè subentrano i 1996. Coloro che restano, dopo l´annata successiva, escono dall´organico e non hanno più alcun valore di mercato, nemmeno per le categorie minori (prima e seconda) che hanno limiti di età più alti. A livello dilettantistico è noto il calciomercato non esiste quasi più: chiedere all´ufficio tesseramenti FIGC quanti sono gli svincoli ex art 32 e 108 ogni anno. I soldi investiti non rientrano e anno dopo anno sono un bel gruzzoletto... Le società possono ridurre, loro sponte, i rimborsi ma non si possono esimere da pagare i premi di preparazione.
GLI JUNIORES. Fin qui il problema per coloro che approdano all´eccellenza ed alla Promozione. Ma il dramma lo si vive per tutti gli altri chiamati nei vari campionati Juniores (ormai depauperati dei talenti migliori). Per chi è possibile ormai in questa situazione pagare i premi di preparazione? E´ un autentico strozzinaggio. Giusto affermare che tutte le società si dovrebbero creare i giovani in casa. Ma per tutti è davvero possibile? Ci sono tanti problemi. Il bacino di utenza, la presenza nello steso bacino di più società magari di categorie importanti, la carenza di impianti e non ultima le difficoltà economiche. Certo che anche la concorrenza dei blasoni e delle categorie negli allievi scatena una corsa selvaggia verso alcune con fughe drammatiche da altre: è giusto?
La soluzione al problema non la ho. Ma bisogna che chi è preposto cominci a pensarci. Magari evitando di introdurre norme che aggravano ancora il problema.
Forse qualche genitore troverà il modo di porre in sede extra sportiva il problema. Che titolo ha un dirigente di società di impedire al proprio figlio di giocare da "dilettante" in virtù di complicati cavilli?