CALCIOCAPACE CI RIPENSA....

20-09-2007 -

Quando ero un giovinetto, in occasione di particolari battute di caccia, seguivo mio padre Bruno figlio di Mano, il più famoso cacciatore di beccacce del comprensorio. Bruno era il capo della "Squadraccia" formata da Aristide Sottili, Guido Donnini detto "Orzata" e dai fratelli Gino e Bruno Pacini, da anni purtroppo tutti al cimitero. Una volta la squadraccia fece una spedizione in Valtiberina alla conquista dei pennuti dal lungo becco che "vox populi" dava in grande numero in quelle selve. Trovarono ospitalità presso un contadino nei boschi delle Bigonaie fra Anghiari e Pieve Santo Stefano, zone allora poco conosciute e dalle arcaiche tradizioni.
Perché vi racconto questa storia? presto detto: il ricordo é stato ravvivato da mister Delvecchio Riccardo, alias "Cinghialotto", e dal suo aspetto brigantesco contrassegnato dall´originale codino strozzato sulla nuca. Inoltre a Riccardo devo delle scuse per la descrizione caratteriale e ambientale che a suo tempo feci, troppo intensa e macchiettistica, tutta colpa di Eupalla che forse aveva preso un colpo di sole. In realtà Delvecchio é un bravo, simpatico e affabile signore che quando non fa l´allenatore si occupa dell´azienda di famiglia nei pressi di Sansepolcro che non é un elegante agriturismo ma una "farm" dove si coltiva il tabacco.
Che c´entra Delvecchio con i´ mi´ compianto babbo? c´entra, c´entra......
Dunque vi dicevo, a quel tempo come oggi, in Valtiberina, al piano dove si coltiva il tabacco, i contadini sapevano come sfuggire al controllo di quelli del Monopolio e del padrone e tutti gli anni ne nascondevano una certa quantità che poi vendevano ai contrabbandieri. Il tabacco di contrabbando lo chiamavano "foglia" e si diceva che qualcuno lo coltivava nelle piazze delle vecchie carbonaie, sperdute nelle faggete di Catenaia o dell´Alpe della Luna, in posti che quelli della Finanza non avrebbero potuto mai trovare.
Fu in quell´occasione che per la prima volta anch´io fumai la "foglia", facendo sigarette a mano con le cartine. Andò così. guardavo il contadino dove si pernottava che stava fumando e che rivolgendosi a me: "Vuol fare una sigaretta? é "foglia", ma non é troppo forte" mi disse offrendomi la scatola di tabacco. Lo ringraziai e arrotolai una sigaretta che accesi alla sua. "Sì, é buona" dissi aspirando il fumo. "Ho mescolato metà di tabacco di pipa e metà di sigaretta" spiegò lui. Finita la sigaretta gli chiesi "Come si fa per comprare la ´foglia?´". "Venga stasera, di fronte, dopo cena, a casa della mi´ sorella," mi rispose.
"I contrabbandieri girano solo di notte, non fanno mai la strada maestra e passano per posti di cui bisogna essere pratici per camminarci al buio. Quando arrivano viene prima uno solo. L´altro con la "foglia" aspetta nascosto finché non é sicuro". Fuori il cane abbaiò da sotto il pagliaio: "Sono arrivati" disse l´uomo e andò alla porta, entrò prima uno e poi, dopo qualche minuto, l´altro con il sacco della foglia, questi era proprio identico a "Cinghialotto": stesse spalle, stessa statura, capelli stesi, schiacciati all´indietro e allacciati da un cintolo di cuoio dal quale usciva un codino "Anche lui é venuto per la Foglia ?" domandò accennando a me. "Sì é venuto per questo" disse il contadino" non c´é da avere paura, é persona fidata". Il figliolo andò a prendere la stadera. Pesarono mezzo chilo di foglia nera da pipa e mezzo di gialla da sigarette. Ne presi mezzo chilo anch´io. Il contrabbandiere con il sacco contò i soldi che mise in un grosso portafoglio, assicurato con una catenella al taschino del panciotto di velluto."Per fare un buon trinciato di sigarette" mi disse "pulisca le foglie, sopra e sotto, con una spazzola da panni. La peluria fa pizzicare la lingua. Poi spruzzi un po´ di vinsanto sulle foglie e faccia un rotolo stretto e lo avvolga a treccia". Gli dissi che avrei provato.

Auguri Riccardo, vediamo di contrabbandare un po´ di punti del campionato di eccellenza

Fonte: dilettanticalcio.com