Grassina, Torrini è tornato:“Sabato belle sensazioni, ora la salvezza”

01-03-2022 12:40 -

Non è stato un cambio come gli altri. Sabato scorso, in Grassina-Chiantigiana, al minuto 73, il buon Cavaciocchi ha lasciato il campo. Altra prestazione positiva per il prodotto rossoverde, classe 2002. Al suo posto è entrato uno che il Grassina se lo porta dentro da anni, quel Leonardo Torrini che non assaggiava il campo da nove mesi. Un infortunio grave al ginocchio nello scontro che valeva la salvezza in D con lo Scandicci. Nove mesi dopo, il ritorno in campo in un’altra gara salvezza, quella contro la Chiantigiana. E tanti, tantissimi applausi al momento del suo ingresso sul prato del Pazzagli: “E’ stata una liberazione vera“ confessa il centrocampista classe ’96, “anche se ancora c’è molto da lavorare per tornare al cento per cento sul piano fisico. Per ora mi tengo queste meravigliose emozioni di sabato. Insieme alla vittoria, che non fa mai male“.

Il mister ti ha aspettato fino all’ultimo.

“Nelle altre gare andavo in panchina ma sapevo che ancora non ero pronto. Sabato invece appena il mister me l’ha chiesto non vedevo l’ora di fare il mio ingresso. Ero carico a pallettoni, sono andato anche vicino al gol: se ci avessi creduto un po’ di più su quella palla… Ma arriverà anche quello: intanto ho provato a trasmettere la mia carica al gruppo”.

E ci sei riuscito in pieno. Che squadra è il Grassina quest’anno, per te che l’hai vista fuori dal campo?

“I ragazzi dopo la prima parte dell’anno hanno ripreso fiducia. Io seguivo un percorso di riabilitazione specifico per tornare al meglio e devo dire che il gruppo non ha mai smesso di starmi vicino. Se il mio rientro ha spinto anche loro sono davvero contento: è un insieme di giocatori giovani ma brillanti, possiamo fare bene insieme”.
La classifica ora fa meno paura di due settimane fa.

“Ancora non abbiamo fatto nulla, dal momento che siamo sempre ultimi. Cerchiamo di guardarla il meno possibile, consapevoli che vincere ci avvicina un pochino di più all’obiettivo finale. Dobbiamo lavorare di partita in partita. Ma sono sicuro che abbiamo le qualità per venirne fuori, dobbiamo crederci fino alla fine con la compattezza e l’unità di spogliatoio. Lo abbiamo visto anche sabato nell’esultanza di gruppo: siamo saltati tutti addosso a Mannella, era troppo forte la nostra gioia. Non vogliamo retrocedere”.

Con il tuo rientro il Grassina ritrova un altro capitano, insieme a Salvadori.

“Salvadori sa dare bene il suo apporto, la carriera che ha fatto parla per lui e indossa la fascia con merito. Io invece dico che rappresento la fatica che abbiamo fatto in questi anni per andare a diventare grandi. Ai ragazzi dico che questo ambiente, quando si carica, fa paura per quanto è bello. Mi spiego: abbiamo il tifo più caldo nonostante l’ultimo posto, pensate cosa potrebbe succedere se questa squadra iniziasse a vincerle tutte, come due anni fa…“.

Che idea ti sei fatto di mister Pozzi?

“Mi chiamò ad agosto dicendomi che di interventi al ginocchio ne aveva subiti moltissimi e che anche io dovevo farmi forza perchè era un momentaccio. Lo ringrazio perchè non mi ha mai voluto forzare, è sempre stato disposto ad aspettarmi. Lo vedo coinvolto come noi: cerca di darci qualcosa in più anche sul piano del temperamento. Lui come noi non ha intenzione di mollare”.

A chi dedicherai il tuo primo gol?

“A chi mi è stato vicino, sicuramente. È stata molto più dura rispetto all’altro vecchio infortunio; sicuramente penserò alla mia famiglia, ai miei amici e alla mia ragazza. Senza di loro sarebbe stata ancora più tosta”.