Torniamo in campo fra tre settimane. Tu sei reduce da un lungo stop: ti è servito per recuperare la condizione migliore?
Hai esordito nel derby. Una prestazione buona in una sfida mai banale.
"E' stato un peccato non aver vinto contro l'Antella, ma noi quest'anno non possiamo permetterci di pagare nemmeno un episodio. Anche in quel caso abbiamo creato molte più occasioni per vincere, ma si è pagato il rosso a Salvadori".
A Sinalunga invece hai giocato novanta minuti. Come ti sei sentito?
"A Sinalunga ho avuto sensazioni contrastanti. Stando in campo io avevo l'idea di poterla vincere, e invece per errori nostri abbiamo perso. In termini personali sono rimasto contento di aver portato a termine i novanta minuti, credo che sia stato un grosso passo avanti per il mio recupero fisico".
Cosa significa per un attaccante essere allenato da Nicola Pozzi?
"L'ho conosciuto a San Donato, già lì mi affascinava averlo come compagno di squadra. Ora ancora meglio come allenatore: sa di calcio, ha idee importanti".
E' cambiato qualcosa a livello tattico. Tu preferisci far reparto da solo o giocare in tandem?
"L'allenatore è disposto ad andare incontro alla squadra e la squadra stessa è duttile, sa adattarsi ai moduli del mister; è meglio riuscire a giocare con più sistemi, almeno restiamo imprevedibili. Non ho preferenze di moduli, ho giocato in tutti i modi".
A che livello è l'Eccellenza quest'anno?
"E' un girone che per i campi non premia la tecnica e la qualità. Sicuramente i giocatori non saranno anche preparati tatticamente come in categorie superiori, quindi dobbiamo puntare sulla convinzione e sull'unione del gruppo. In Eccellenza la compattezza vale più della tecnica".
E il tifo di Grassina quanto vale?
"Tantissimo. Avevo già un ricordo importante quando avevo giocato contro il Grassina di quante persone fossero presenti a tifare. Il derby è stato un esempio meraviglioso di attaccamento e passione, è un qualcosa che riempie il cuore di noi giocatori e ci spinge a dare qualcosa in più. I tifosi meritano soddisfazioni".