COME, DOVE, QUANDO: IL REBUS DEI DILETTANTI SECONDO IL DG MASSIMO COLUCCI

19-03-2020 13:13 -

Sono giorni di emergenza, ma anche di incertezza. Nonostante il drammatico momento sul piano sociale e sanitario, dobbiamo ricordare a noi stessi l'impegno anche sul piano sportivo, e di conseguenza cerchiamo qualche momento di evasione dai telegiornali e dai bollettini della Protezione Civile pensando a cosa succederà al nostro calcio. Come proseguirà il campionato di Serie D 2019-2020? E' l'interrogativo inevitabile che tutti, dai tifosi ai dirigenti, si pongono da più di due settimane, ma nessuno per ora può dare delle risposte. Il clima è di forte incertezza, considerato che, ad oggi, tutte le attività restano sospese fino al 3 aprile e forse oltre. In alcune zone d'Italia, vista la situazione apparentemente tranquilla, forse si potrebbe tornare sui campi tra una decina di giorni, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. Ciò che sembra molto probabile è che lo stop delle attività fino al 3 aprile venga prolungato almeno fino al 14, dopo Pasqua.

In casa Grassina si aspetta, logicamente. Dopo le recenti dichiarazioni di mister Innocenti, arrivano anche le parole del direttore generale Massimo Colucci: “Tra gli interrogativi sulla data di rientro, una cosa è certa: il campionato continuerà. A meno di un clamoroso peggioramento dell'emergenza (e tutti noi ci auguriamo di no), è da escludere l'ipotesi di una sospensione definitiva dei campionati. Lo hanno detto a più riprese anche i vertici della LND, dall'avvocato Barbiero al presidente Sibilia”.

Quando potrebbero riprendere i campionati?

“Attualmente è complicato tirar fuori date o scadenze. Difficile che si riesca a giocare ad Aprile, questo è certo: forse si potrebbe ricominciare in concomitanza con la ripresa dei Professionisti, che potrebbe collocarsi a partire dal 3 maggio. Una ripresa in tale data consentirebbe la chiusura della stagione entro la fine di giugno, play-off e playout compresi. Ma siamo nel campo delle ipotesi”.

E cosa potrebbe accadere a livello giovanile e regionale?

“Nei giorni scorsi è arrivato un comunicato della Federazione Medici Sportivi, il quale consiglia caldamente lo stop a tutta l'attività giovanile, dagli Allievi in giù: vedremo se i vertici sportivi accetteranno questo invito. Resta l'incognita degli Juniores Nazionali che non appartengono più al settore giovanile. L'attività regionale, forse, potrebbe ricominciare a livello di Eccellenza, mentre è improbabile quella al di sotto di tale categoria. Sempre se il virus sarà d'accordo”.

Certo che anche ricominciare dopo mesi di sosta non sarà facile considerato anche il fatto che non è possibile effettuare gli allenamenti.

“Assolutamente. Una cosa è certa: occorrerà ripensare la struttura e l'organizzazione dell'intera attività calcistica. Poco sappiamo dell'oscuro mondo del professionismo: alle società strutturate come grandi aziende si mescolano quelle di avventurieri senza futuro. La situazione potrebbe consentire una “pulizia” triste per alcuni tifosi, ma che per un po' di tempo almeno eviterebbe le cattive figure al momento delle iscrizioni ai campionati. Non sappiamo se sia più umiliante vedere la propria società militare in categorie inferiori e meno dispendiose oppure vederla arrancare in mezzo a fallimenti e denunce per poi abbandonarsi appunto ai soliti, conosciuti avventurieri”.

Questo a livello professionistico. E fra i Dilettanti?

“Sicuramente anche a livello dilettantistico sarà più difficile ottenere finanziamenti dagli sponsor e dalle aziende locali per la pubblicizzazione dei loro marchi. La crisi economica avrà ripercussioni notevoli in questo ambito e le società dovranno rivedere i loro bilanci. Il coronavirus forse, come avviene fra gli umani, mieterà un gran numero di vittime fra le società più deboli”.

E sul discorso giovani, quali conseguenze dovremo aspettarci?

“Ecco, anche a livello di impiego dei giovani n serie D occorrerà fare delle valutazioni. Le società hanno investito molto per la acquisizione delle “quote” pagando il premio di preparazione alle società giovanili. L'eventuale anticipata chiusura della stagione, o comunque l'irregolarità di calendario delle gare, impediranno l'impiego e la valorizzazione dei giovani 2002, mentre per i nati nel 2003 (ora allievi) lo stop eventuale a metà campionato comprometterà sicuramente la loro crescita calcistica. Pochi saranno pronti per la Serie D e per l'Eccellenza il prossimo anno, considerato anche che non si svolgeranno presumibilmente neanche quelle attività di rappresentativa tanto “utili” alle selezioni. L'attività di scouting che di solito viene intrapresa nel finale di stagione presumibilmente ne risulterà non poco danneggiata. Quindi a mio avviso è pura utopia pensare di dare ai giovani 2002 e 2003 le pesanti valutazioni che il pagamento del “premio di preparazione” comporta. O si ripensa la disciplina dell'obbligo delle quote o si riduce sensibilmente il premio di preparazione, magari spostandolo in avanti e prevedendolo con l'approdo consolidato nei campionati delle prime squadre, quando i giovani avranno realmente raggiunto la maturità: qualcosa di simile al premio alla carriera per i professionisti. Ci sarà sempre da considerare che la finestra di tesseramento prima dello svincolo per l' art. 32 bis è pur sempre limitata a pochi anni. Sono problematiche su cui la LND dovrà riflettere se vuole essere credibile quando richiede aiuti allo Stato per le sue società”.



Fonte: ufficio stampa