Tutti in piedi, arriva il Prof
A tu per tu con Vincenzo Misuraca, preparatore atletico dei rossoverdi

30-12-2019 13:03 -

Il quinto posto del Grassina è figlio del lavoro di tanti. Vincenzo Misuraca, preparatore atletico dei rossoverdi, è insieme a mister Innocenti e al vice Daniele Pierguidi uno dei maggiori artefici della splendida prima parte di campionato del Grassina: “Al giro di boa siamo assolutamente contenti. Credo che ci sia poco da contestare ad una neopromossa che finisce il girone d’andata al quinto posto. Anche se a mio avviso ci manca qualche punto, che probabilmente avremmo dovuto cogliere con un po' di lucidità e cattiveria in più: sono margini di miglioramento sui quali cercheremo di lavorare per il 2020”. Misuraca è arrivato al Grassina nel febbraio 2018, in concomitanza con la nomina di Matteo Innocenti come allenatore della Prima Squadra: “Venivo dall’esperienza col Porta Romana che era durata quattro anni, e appena il presidente Zepponi mi ha chiamato ho subito accettato. Penso di aver scelto un ambiente strepitoso, capace di trasmetterti serenità e compattezza come pochi in categoria. Il nostro è uno staff tecnico estremamente giovane, e questo ci carica ancor di più”.

Prof, su quali basi sei partito per preparare la squadra in estate?

“Abbiamo deciso di ripartire in maniera simile alla scorsa stagione. Come prima cosa, a luglio, abbiamo effettuato una batteria di test in collaborazione con la palestra Stilnuovo, in modo da analizzare al meglio la situazione di partenza. Da lì le esigenze mie e del mister si sono unite: la preparazione non è stata di quelle con volumi di lavoro esagerati con distanze lunghe e mezzi di lavoro invadenti. La nostra idea è stata, piuttosto, quella di abbinare fattore fisico e fattore tecnico-tattico: anche l’aspetto fisico è stato curato molto con la palla. Del resto si sa: il nostro punto di forza è il gioco, il palleggio, la capacità stare corti. Per sviluppare queste caratteristiche al meglio ci vuole del tempo e non si poteva pretendere che i ragazzi nel giro di un mese fossero in grado di giocare a ritmi alti per novanta minuti. Ma di settimana in settimana abbiamo continuato a lavorare progressivamente, in modo da far crescere la preparazione di tutti: la condizione fisica del gruppo è diventata molto buona”.

Gli infortuni sono stati ridotti al minimo.

“Abbiamo avuto qualche problema di sovraccarico nel mese di ottobre, quando si fermarono Torrini e Bellini: si è trattato di infortuni agli adduttori che mi hanno dato da riflettere, considerando che la maggior parte dei problemi si registra ai flessori. In generale, comunque, siamo soddisfatti della tenuta fisica di tutti. Sappiamo che esistono molti fattori di rischio, fra cui l’orario degli allenamenti che a volte ci penalizza, il fatto di allenarsi su due superfici diverse (i campi della Casa del Popolo e di Ponte a Niccheri), ma anche fattori personali come lo stress accumulato durante il lavoro o la sessione di studio, così come l’alimentazione. Cerchiamo di dare le giuste linee guida ai ragazzi, orientandoli verso un’attività sana e che sia poco esposta al rischio infortuni”.

Come impostate il lavoro durante la settimana?

“Ci alleniamo quattro volte: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì. Il giorno dopo la partita ci sono lavori differenziati per chi ha giocato e chi invece non è sceso in campo. I primi effettuano un lavoro di rigenerazione basato su posture, foam roller e lavoro aerobico a bassa intensità oltre al potenziamento della muscolatura del core e della parte superiore; ai secondi, invece, vengono proposte esercitazioni con la palla ed a secco per il miglioramento della potenza aerobica. Mercoledì ci concentriamo sul lavoro neuromuscolare: spesso creo circuiti per l’esplosività e li abbino a lavoro di forza ed esercitazioni con la palla. Il giovedì e venerdì invece sono dedicati alla preparazione alla gara: svolgiamo lavoro tecnico-tattico e il venerdì organizziamo un richiamo di forza specifica sul campo con esercizi di potenza muscolare, agility e rapidità".

Uno degli aspetti più delicati della preparazione è l’adeguamento ai diversi campi in cui si gioca. Scandicci e Grosseto sono solo alcuni esempi di terreni molto più lunghi e larghi rispetto al Pazzagli.

“E’ un argomento importante, anche se secondo me non è totalmente decisivo. A Scandicci non abbiamo perso per colpa del campo, ma per la mancata reazione all’episodio dell’infortunio di Villagatti, dopo il quale siamo andati in svantaggio. A Grosseto siamo stati in gara fino al rigore che è valso il loro vantaggio, senza avere la forza mentale per reagire. Anche in casa del Tuttocuoio il campo era molto più grande del nostro, molto largo, e la gara è stata tirata fino in fondo. Quello della lunghezza del campo, comunque, è un fattore che non va sottovalutato e da parte nostra abbiamo scelto di proporre esercitazioni tecnico-tattiche in spazi ampi: di conseguenza il mio lavoro si è incentrato su lavori a secco in grado di migliorare l'aspetto neuromuscolare: cambi di direzione, esercizi di miglioramento della stiffness, pliometria".

Sul piano della lucidità la squadra è migliorata tanto, fino ad arrivare a segnare in maniera continua anche oltre il 90’.

“Un aspetto fondamentale, considerando che quest’anno rispetto all’anno scorso le gare sono molto più tirate. I gol nel recupero certificano la grande forza caratteriale della squadra, che vuole raggiungere l’obiettivo a qualunque costo: quando si unisce una buona preparazione sul piano fisico-atletico e grande carattere, si arriva a centrare risultati insperati anche nel recupero. Gli esempi della corsa di sessanta metri di Degl’Innocenti contro il Trestina e dell’ingresso di Baccini col Tuttocuoio sono perfetti per dimostrare che la squadra è affamata e non molla mai”.

C’è un preparatore a cui ti ispiri o con cui ti confronti?

“Mi confronto spesso con Giuseppe Mazza, preparatore della Primavera della Fiorentina. È nata una bella amicizia fra noi: lui è la persona con cui dialogo di più sull’ambito della preparazione atletica. Lo reputo molto competente, abbiamo molti punti di vista simili e ci confrontiamo quotidianamente”.


Lorenzo Topello


Fonte: ufficio stampa